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Cineteatro Marconi è polemica. Naro: “Perchè alcuni pagano fior di quattrini e altri no?”

Redazione

Cineteatro Marconi è polemica. Naro: “Perchè alcuni pagano fior di quattrini e altri no?”

Lun, 11/02/2013 - 18:01

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SAN CATALDO – Quali sono i criteri per l’assegnazione del teatro Marconi. Perchè ad alcuni si fa pagare l’affitto dei locali e ad altri no? Saranno questi gli interrogativi che i consiglieri Giuseppe Scarlata e Vincenzo Naro (Pdl e Costruiamo il Futuro) porranno all’amministrazione comunale nel corso del prossimo consiglio. “Che ci fossero figli e figliastri nella testa dell’amministrazione comunale sancataldese – dichiara Vincenzo Naro – si era capito da subito, fin dalle prime silenziose mosse. Nel continuo silenzio e immobilismo amministrativo, sbuca ogni tanto qualche notizia, qualche delibera, qualche decisione che conferma la ormai popolare tesi che si sta nelle stanze dei bottoni solo per le fotografie. Tornando ai figli e figliastri, non si capisce come si possa operare politicamente selezionando i cittadini di serie A e serie B. Sarebbe curioso che qualcuno spiegasse ai cittadini perché il cineteatro Marconi, che non ha ancora una gestione da qualche mese, viene assegnato ad alcuni gratuitamente e ad altri a pagamento; bisognerebbe che qualcuno spiegasse alle centinaia di famiglie sancataldesi, perchè hanno dovuto pagare 4 euro per bambino per potere accedere al Marconi e vedere uno spettacolo organizzato da una compagnia nissena (nulla da dire alla compagnia) che ha ottenuto “aggratis” lo stabile. Sono domande lecite, che molti si pongono. Ci si pone inoltre l’interrogativo sul perchè altri spettacoli di notevoli associazioni sancataldesi che fanno cultura 365 giorni l’anno e che coinvolgono decine di giovani e cittadini locali, hanno dovuto pagare fior di quattrini per ottenere la struttura, nonostante gli si era promessa la concessione gratuita. Basta con i figli e i figliastri, basta con l’attività sottobanco, vogliamo vedere più luce e trasparenza, bisogna dire a chiare lettere e ad alta voce ciò che si vuole fare in ambito culturale a San Cataldo, quali progetti, quali intenzioni, evitare le riunioni carbonare per organizzare qualcosa, per togliere a qualcuno e dare a qualcun altro. Chiediamo a gran voce verità, limpidezza amministrativa e parità sociale. Ci auguriamo che queste cattive sorprese e queste negative decisione finiscano qui, e che si proceda a lavorare positivamente per una cultura accessibile e di tutti, senza discriminazioni. Speriamo…”

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