Salute

Paziente psichiatrica si lancia dal 2 piano del Raimondi. Parte un esposto

Redazione

Paziente psichiatrica si lancia dal 2 piano del Raimondi. Parte un esposto

Lun, 03/12/2012 - 16:04

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SAN CATALDO – Ha eluso i controlli del reparto di Psichiatria dell’ospedale Maddalena Raimondi e si è lanciata dal secondo piano dell’ospedale. Protagonista della tragica vicenda una donna palermitana di 62 anni che era stata ricoverata proprio per un precedente tentativo di suicidio, pochi giorni prima quando, dopo aver ingerito un mix di farmaci, aveva tentato di lanciarsi dall’hotel San Michele dove stava soggiornando. Adesso la signora è ricoverata in prognosi riservata al reparto di Rianimazione dell’ospedale Sant’Elia. Una vicenda che ha già scatenato un vero e proprio vespaio. L’associazione Ligabue, presieduta dall’avvocato Salvatore Pecoraro, in un lungo comunicato spiega le preoccupazioni della collettività e dei parenti dei malati non risparmiando critiche a quanti finora hanno gestito il reparto di Psichiatria. “Quale Presidente dell’associazone LIGABUE – scrive Salvatore Pecoraro – che opera da oltre 20 anni nel territorio nisseno in difesa e per la tutela delle persone con disagio psichico, sento il dovere di presentare il presente ESPOSTO DENUNCIA contro tutte quelle persone che diversi anni fa hanno determinato il trasferimento del Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura (SPDC) dall’ospedale di Caltanissetta, dov’era da sempre allocato, all’ospedale di San Cataldo, dove si trova attualmente ed illegittimamente, in quanto la struttura del “Maddalena Raimondi” non ha i titoli ne le infrastrutture che ne legittimano la permanenza. Il presente esposto nasce dal dolore di avere appreso, pochi minuti fa, dell’ennesimo tentativo di suicidio avvenuto nel reparto SPDC di S. Cataldo dove, pare che una donna ivi ricoverata abbia eluso la sorveglianza (ammesso che sia stata predisposta una sorveglianza) e si sia recata ai piani superiori del nosocomio (il SPDC è ubicato a piano terra) per poi lanciarsi nel vuoto Uno degli aspetti centrali della illegittimità della permanenza del SPDC al Raimondi è che questo è privo del
reparto di rianimazione! Quando la nostra associazione si è battuta affinchè il reparto di psichiatria non venisse trasferito a S. Cataldo (con manifestazioni pubbliche quali cortei, sit-in, scioperi della fame dei soci – tra cui merita di essere ricordato quello di Piero Gaggi, che ha rischiato di morire ed ancora oggi ne soffre i postumi – e la raccolta di oltre 8.000 firme!), tra le altre cose abbiamo appreso che il reparto non poteva essere trasferito perchè doveva essere necessariamente allocato in una struttura sanitaria di 3° livello, qual’era quella di Caltanissetta ma non quella di San Cataldo. Non conosciamo specificatamente la normativa ma, fatto sta, che il SPDC è stato trasferito ugualmente a S. Cataldo, avendo quale principale
artefice dell’operazione l’on. Alessandro Pagano, allora nella Giunta regionale di Governo della Sicilia, se non addirittura Assessore alla Sanità. Lo stesso, per giustificare l’operazione pare abbia rimodulato
tre SPDC siciliani (anche nelle province di Trapani e Ragusa) tra cui quello di Caltanissetta, stabilendone i trasferimenti, non si sa con quali criteri. Di fatto egli ha preso il merito (su cui ha avuto un sicuro ritorno elettoralistico!) di avere scongiurato la annunciata
chiusura dell’ospedale M. Raimondi, avendo invece potenziato la struttura sanitaria sancataldese, in un momento in cui prevaleva la tendenza all’accentramento dei presidi sanitari territoriali.E’ ovvio che tutto ciò non ha potuto farlo da solo, anche se ne è stato
l’ispiratore ed il promotore, avendo avuto l’appoggio incondizionato dei suoi colleghi di governo e dei suoi colleghi di partito presenti in maniera determinante anche in sede di Assemblea Regionale Siciliana. Quanto alla Direzione del SPDC di San Cataldo – continua Pecoraro – riteniamo che la dr.ssa  Mazzè non sia esente da colpe, almeno riguardo alla mancata sorveglianza dei pazienti ricoverati nel reparto da lei diretto. Già alcuni giorni addietro un altro ricoverato è  morto dentro il reparto dopo essere stato assalito da conati di vomito a seguito dell’ingestione di dosi massicce di bevande alcoliche. L’uomo, Cristian VOLPE di anni 36, è uscito tranquillamente dall’ospedale e si è recato in uno o più bar di San Cataldo, dove ha bevuto parecchie. Dal momento che è divenuto intollerabile assistere alle morti dei pazienti psichiatrici che continuano a verificarsi all’interno del SPDC di San Cataldo, con il presente esposto-denuncia – aggiunge Salvatore Pecoraro – si deferiscono all’Autorità Giudiziaria i predetti PAGANO Alessandro e MAZZE’ Ritalba, ognuno per le spiegate responsabilità, nonchè tutte le altre persone responsabili che a vario titolo hanno contribuito alla realizzazione del Spdc presso un ospedale privo del reparto di rianimazione, creando così una perdurante situazione di pericolo per tutti i pazienti sofferenti di malattie mentali o affetti da patologie psichiatriche che sono stati e sono attualmente ricoverati presso il “Maddalena Raimondi”.
Andrebbero, altresì, individuate eventuali altre responsabilità tra il personale  sanitario del reparto Spdc di San Cataldo circa la mancata sorveglianza dei pazienti ivi ricoverati. Si chiede specificatamente che vengano sequestrate le cartelle cliniche presso il SPDC relative al ricovero di Cristian Volpe e di quello della donna, previa identificazione, in atto ricoverata presso il reparto di rianimazione dell’Ospedale S. Elia. Si chiede, altresì – conclude Pecoraro – che vengano svolte specifiche indagini sull’iter normativo ed amministrativo che ha permesso l’illegittimo
trasferimento del reparto psichiatrico dall’ospedale di Caltanissetta a quello di San Cataldo, individuando eventuali reati ed i relativi responsabili”.

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