Salute

Serradifalco, sindaco Dacquì: “Nessun atto illecito. Contro di me solo fango e calunnie”

Redazione

Serradifalco, sindaco Dacquì: “Nessun atto illecito. Contro di me solo fango e calunnie”

Ven, 16/11/2012 - 20:55

Condividi su:

SERRADIFALCO – In riferimento alle polemiche scatenatesi negli ultimi giorni nei confronti del sindaco Giuseppe Maria Dacquì, accusato di aver percepito il 50% della sua indennità di carica all’insaputa di tutti e contrariamente all’annuncio di volervi rinunciare, di cui già qualche giorno fa Il Fatto Nisseno aveva trattato la notizia (link: https://www.ilfattonisseno.it/2012/11/“boomerang”-sul-sindaco-di-serradifalco-omessa-trasparenza-e-paladini-della-correttezza/ ), pubblichiamo una lettera inviata dal primo cittadino, nella quale affronta la vicenda che lo vede protagonista.

«Non permetto a nessuno di infangare la mia reputazione con notizie false e commenti diffamatori. Il mio percorso umano, prima ancora che politico, è sempre stato improntato all’onestà, alla trasparenza e al rispetto delle regole. Sfido chiunque a provare il contrario.

Coloro che in provincia e, soprattutto, nel mio paese mi conoscono sanno della mia disponibilità e della mia onestà intellettuale. Ecco perché, in fin dei conti, nonostante l’amarezza di questi giorni, sono sereno. E solo chi non ha scheletri nell’armadio può esserlo.

Certo, non posso tacere né rimanere inerte di fronte alla macchina del fango che qualcuno ha artatamente messo in moto. L’irrefrenabile e spietato meccanismo dell’informazione che crocifigge senza informare, che massacra senza appurare la verità e la fondatezza delle notizie, ripugna alla mia coscienza di cittadino. Sono un uomo libero e onesto, e non intendo piegare la testa di fronte a quest’opera di killeraggio politico mediatico.

A prova di ciò nei giorni scorsi ho ricevuto moltissime telefonate di amici e conoscenti che mi hanno attestato la loro fiducia e vicinanza. Tra questi anche alcuni appartenenti al gruppo politico “A Strata Nova” che non condividono la scelta operata dai loro rappresentanti, il cui consigliere comunale (che lunedì scorso è stato eletto Presidente del Consiglio dell’Unione dei Comuni “Terre di Collina”), peraltro, non ha dichiarato di voler passare all’opposizione.

Chi mi ha difeso pubblicamente, poi, come Gaetano Cino, è stato vilmente attaccato.

Mi si accusa di un comportamento che è oggettivamente lecito e previsto dalla legge.

In campagna elettorale avevamo sottoscritto un patto etico che dice testualmente: in considerazione delle scarse risorse economiche dell’ente è rimessa alla sensibilità dei singoli amministratori, specie se dipendenti pubblici o privati, la facoltà di rinunciare alla propria indennità di carica. Dunque la scelta era rimessa alla libera scelta dei singoli amministratori.

Ebbene, ho fatto il Sindaco a tempo pieno, trascurando la mia professione. E per due anni l’ho fatto completamente a titolo gratuito. Non ho percepito per due anni l’indennità, rinunciando complessivamente a percepire circa 60.000 euro, cosa che hanno fatto anche gli assessori. Questa scelta ha consentito al nostro comune di risparmiare 190.000 euro.

I primi due anni di Amministrazione sono stati anni di sofferenza e di grande sacrificio. Il Comune era privo del servizio di Tesoreria comunale, gli stipendi ai dipendenti venivano pagati tramite vaglia postali su autorizzazione del Tribunale, la situazione finanziaria era difficile e ingestibile. Nel 2011 si è registrato il crollo di un’ala della scuola Verga ed ho operato in una situazione di emergenza come se vi fosse stata una calamità naturale. Nonostante ciò ho cercato subito di ripristinare la normalità. Il tutto nella precarietà derivante dalla pendenza di ben tre ricorsi elettorali proposti dai soliti noti per annullare le elezioni e di un esposto alla magistratura nei miei confronti per l’ipotesi di abuso d’ufficio.

Il ricorso elettorale è stato rigettato e l’ipotesi di abuso d’ufficio a mio carico è stata archiviata già nella fase delle indagini preliminari un mese fa. Posso dirmi soddisfatto, ma si comprenderà bene lo stato d’animo che mi ha accompagnato per tutto il periodo e che certamente non mi ha consentito di amministrare in modo sereno.

Le difficoltà preesistenti e le emergenze venutesi a creare successivamente hanno finito con l’impegnarmi oltre modo nella carica pubblica e mi hanno distratto per molto tempo dalla mia attività professionale, con la conseguenza che non solo quest’ultima è stata notevolmente ridimensionata, ma ho dovuto rimetterci anche economicamente nell’esercizio della carica di Sindaco che personalmente ha comportato anche oneri finanziari per la connessa attività di rappresentanza.

Essendo migliorata la situazione economica del Comune, all’inizio dell’anno ho parlato con la coalizione e gli assessori. Si sono detti d’accordo sul fatto che non ostavano motivi a percepirla. Nessun amministratore voleva che si continuasse a rinunciarvi. La prova è che mentre per gli anni 2010 e 2011 è stata approvata la delibera di rinuncia all’indennità, quest’anno non è stata adottata nessuna delibera di giunta.

Questo perché non c’era più la volontà da parte di tutti di rinunciare all’indennità. Nonostante ciò, ho deciso di rinunciare al 50 per cento di quanto previsto.

Mi si accusa di non aver comunicato la decisione pubblicamente. Ma lo stesso patto etico rimette alla volontà dei singoli amministratori la scelta. Se qualcuno ha percepito il mio comportamento come una mancanza, me ne scuso. Certo, la sostanza non cambia. E chi vuole farmi passare per un ladro è solo un subdolo calunniatore».

Il Sindaco di Serradifalco

Giuseppe Maria Dacquì

Pubblicità Elettorale