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Regionali: Micciche’ torna in campo, Musumeci va avanti con PDL-PID

Redazione

Regionali: Micciche’ torna in campo, Musumeci va avanti con PDL-PID

Mar, 28/08/2012 - 12:24

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PALERMO – A due mesi esatti dalle elezioni in
Sicilia si rimescolano ancora una volta le carte. Il capo di
Grande Sud Gianfranco Micciche’ rompe con il leader isolano
della Destra, Nello Musumeci, da lui stesso candidato alla
presidenza della Regione appena una settimana fa, e torna in
campo con una coalizione comprendente Fli, il Partito dei
siciliani (il nuovo nome dell’Mpa di Lombardo) e il Movimento
popolare siciliano, un partitino locale di recente fondato dal
presidente della commissione Bilancio dell’Ars, Riccaro Savona.
Dopo la mossa di Micciche’, maturata ieri a tarda sera con una
calibrata sequenza di comunicati dei sudisti e dei loro nuovi
alleati, Musumeci continua la corsa appoggiato dai seguaci di
Storace, dal Pid di Saverio Romano, e dal Pdl, che aveva subito
abbracciato la sua candidatura con un entusiasmo visto da
Grande Sud e dai lombardiani come un tentativo di espropriarli
della guida del progetto. A dirlo esplicitamente, il finiano
Carmelo Briguglio, che ha lamentato “il rifluire della
candidatura di Musumeci nell’alveo stretto del Pdl”.
Il centrodestra che si era espanso
negli ultimi giorni inglobando un arco di forze molto ampio e
dotato sulla carta di grande potenza elettorale, dunque si
ridimensiona con la perdita delle consistenti truppe
sicilianiste. Un aggettivo, questo, che e’ la chiave del
discorso politico di Micciche’ e dei suoi alleati. Musumeci e’
stato scaricato da Grande Sud proprio perche’ “non ha sposato
lo spirito siciliani sta di Micciche'”, ha detto il segretario
regionale sudista Pippo Fallica nel comunicato che ieri sera ha
aperto il valzer delle note dei leader locali che hanno dato
vita nel giro di un’oretta alla nuova alleanza. Con uguale
metafora nuziale si era espresso il popolar-sicilianista
Savona: “Chi ha sposato le tesi dell’autonomismo come sintesi
tra la storia della Sicilia ed il suo futuro, non puo’
ritrovarsi in chi della conservazione ha fatto il suo
programma”, ossia Musumeci.
L’ex presidente della Provincia di Catania e
sottosegretario al Lavoro nell’ultimo governo Berlusconi, uno
dei fondatori della Destra, stamattina in una conferenza stampa
si e’ rammaricato della rottura, ha parlato di “un clima di
odio inimmaginabile” e ha assicurato che non ci ripensera’.
Musumeci ha detto che andra’ avanti con il Pdl, la Destra, e la
lista unica annunciata ieri a suo sostegno da Pid, Noi Sud e
riformisti di Stefania Craxi, piu’ un drappello di deputati
regionali del Pdl che si richiamano alle posizioni dello
scontento capogruppo all’Ars, Innocenzo Leontini. Leontini si
era candidato, ma si e’ fatto poi indietro per convergere su
Musumeci.
Ma se la destra si frantuma, la
sinistra non e’ unita. L’eurodeputato del Pd, Rosario Crocetta,
appoggiato dal suo partito solo dopo essere stato formalmente
candidato dall’Udc e da ieri ufficialmente sostenuto anche
dall’Api di Rutelli, puntava ad arruolare nella sua coalizione
anche Fli, che invece ha preferito Micciche’. Non e’ decollato
il tentativo di dialogo del canidato democratico con l’Idv, ne’
con la sinistra, confluita sul nome dell’esponente di Sel,
Claudio Fava, che insidia la base di Crocetta con appelli alla
base del Pd, presumendone un’insofferenza al patto con l’Udc.
Sullo sfondo di questo frammentato scenario, una composita
pattuglia di outsider. Tra loro, il leader dei ‘Forconi’,
Mariano Ferro, l’ex deputato regionale autonomista Cateno De
Luca, noto per le sue maratone oratorie e le proteste colorite,
con il cartello ‘Rivoluzione siciliana’, e ancora Gaspare
Sturzo che con il suo ‘Italiani liberi e forti’ evoca il piu’
noto don Luigi Sturzo, e la firma di ‘Libero’, Davide
Giacolone.

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