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Terremoto e aiuti: la generosità del Vaticano

Redazione

Terremoto e aiuti: la generosità del Vaticano

Dom, 03/06/2012 - 09:12

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CALTANISSETTA – Il 26 maggio la sala stampa Vaticana ha comunicato ufficialmente: “a seguito del terremoto che, nei giorni scorsi, ha colpito con particolare veemenza il territorio delle circoscrizioni ecclesiastiche di Carpi, Mantova, Modena-Nonantola e Ferrara Comacchio Benedetto XVI, tramite il Pontificio Consiglio Cor Unum, ha voluto inviare un contributo straordinario di 100 mila euro”.

Un foglio informativo che circola con insistenza sul web (e d’altra parte basta fare qualche semplice ricerca per rendersene conto) sottolinea che il Vaticano è proprietario di circa 67.000 immobili per un valore  di 7,5 miliardi di euro (ma solo su 1.300 viene pagata l’ex ICI ora IMU) nonché proprietario di beni preziosi per un valore stimato per difetto di altri 4,5 miliardi di euro. Volendo accettare questi dati, che sicuramente non rendono giustizia alla verità, possiamo ben dire che il Vaticano possiede un patrimonio di circa 12 miliardi di euro. Non voglio parlare dei vari costi della macchina Vaticana, molto spesso superflui se non addirittura voluttuari, perchè non voglio apparire provocatorio. Ma sarebbe giusto parlarne. Così com’è giusto ricordare che il Dalai Lama, che non ha alcun rapporto con l’Emilia, ha donato ai terremotati 50.000 euro.

Ciò premesso, la donazione di 100.000 euro elargita dal Vaticano ai comuni Emiliani, anzi alle circoscrizioni ecclesiastiche (saranno poi le competenti autorità ecclesiastiche a distribuire i fondi) assume un significato estremamente offensivo nei riguardi di chi soffre e ha perduto tutto. Se consideriamo che, per esempio,  il recente viaggio del Papa a Milano è costato ai contribuenti circa 3.100.000 euro, in pratica il Vaticano ha inteso fare l’elemosina a chi in questo momento piange lacrime amare. Da più parti si stanno organizzando raccolte di fondi da destinare agli Emiliani. La più modesta di queste raccolte – sono certo – supererà di gran lunga quella del Vaticano. Ho voluto fare un semplice calcolo. La donazione del Vaticano rappresenta, rispetto al suo patrimonio la stessa percentuale che un centesimo di euro rappresenta rispetto alla mia pensione. Io non donerei mai un centesimo perchè mi vergognerei. Il solo SMS che gli italiani stanno mandando determina un addebito di 2 euro e cioè 200 volte il centesimo di cui sopra. Per rispettare la stessa proporzione il Vaticano avrebbe dovuto donare almeno 20 milioni di euro (100.000 x 200) che verrebbero ben presto recuperati con i continui lasciti e donazioni dei fedeli.  Il Papa, com’è noto, porta al dito della mano destra un anello personalizzato (anello Piscatorio) che funge anche da sigillo e che, alla sua morte, come per tutti i Papi, verrà distrutto. Aldilà del valore intrinseco che può avere l’anello, se si mettesse all’asta amatori e collezionisti farebbero a gara per averlo a prezzi da capogiro. Il ricavato andrebbe alle popolazioni colpite. Ma no! Queste cose non si possono fare. Non è previsto. È previsto solo che la montagna partorisca il topolino. E poi parliamo di amore cristiano.

Caltanissetta, 2 giugno 2012

Pasquale Trobia

 

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