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Mussomeli, il sindaco Calà: il peccato di “fare”

Redazione

Mussomeli, il sindaco Calà: il peccato di “fare”

Sab, 30/06/2012 - 17:03

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MUSSOMELI- In Sicilia non importa fare bene o male: il peccato che noi siciliani non perdoniamo è semplicemente quello di “ fare ”.
Le parole che Fabrizio Corbera, il gattopardiano Principe di Salina, rivolgeva al piemontese Chevalley, mi sembrano più che mai attuali.
Quando fui eletto sindaco di Mussomeli, un caro amico nel congratularsi per il risultato elettorale ottenuto, mi disse che l’unico punto debole era quello di avere scelto di fare l’amministratore pubblico in un momento storico sbagliato.
A parte le difficoltà oggettive, che spesso molti dimenticano, di avere ereditato un ente al dissesto finanziario, collassato dal punto di vista operativo, sfavorevole era anche il panorama istituzionale e della finanza pubblica, per i minori trasferimenti regionali e statali, per i limiti imposti dal patto di stabilità e per le esigue risorse finanziare da destinare agli investimenti.
In tale situazione, appare evidente il contrasto correlato all’ingente flusso di finanziamenti comunitari destinati all’isola, che la macchina burocratica regionale non riesce a utilizzare e gli squilibri fra misure finanziare eccedenti ogni possibile esigenza e altre assolutamente insufficienti alle reali necessità dei settori d’intervento.
Si registra quindi che, provvidenze a valere su fondi comunitari eccessivi per destinazione d’uso, rischiano di essere restituite alla comunità europea e altre, viceversa, sono talmente scarse da non consentire di far fronte, neanche parzialmente, alle richieste dei privati e degli enti pubblici.
Nel caso di Mussomeli è bene ricordare, ai più distratti, che il nostro comune si giova di un parco progetti datato e inadeguato alle esigenze dell’ente, per il quale, in atto, non dispone di copertura finanza per il relativo aggiornamento.
Riguardo alle risorse professionali interne, le stesse, non sono pronte a garantire rinnovata progettualità, anche in relazione alla specificità delle misure bandite e ai tempi di esecuzione dei progetti.
Il sistema poi della tempistica e alla natura “ a bando ” e non “ a sportello ” dei finanziamenti regionali o comunitari, pone una serie d’incognite sulla possibilità di poter contare seriamente su tali coperture finanziarie, sia per le ragioni sopra esposte, sia per i meccanismi di selezione e priorità che non danno possibilità di correttivi o modifiche in corso d’opera e che, in talune occasioni, sono prive di un’adeguata flessibilità applicativa da parte della macchina burocratica.
Sicchè, dal punto di vista del Sindaco e se mi è concesso da tecnico, la partecipazione ad un bando pubblico a valere sulle varie misure regionali e comunitarie è diventata una sorta di gratta e vinci, quasi un terno al lotto, che non tiene conto di una adeguata programmazione su base regionale del fabbisogno e la necessita di fissare priorità d’ambito territoriale, in modo da spalmare le risorse indirizzando i flussi finanziari dove c’è maggiore bisogno e drenandoli dove invece si è verificato una eccessiva concentrazione di benefici.
Pertanto si assiste che per i comuni, se da un lato i finanziamenti comunitari rappresentano una grande opportunità, dall’altro, la inadeguata programmazione regionale, risulta iniqua e a vantaggio delle aree metropolitane più attrezzate e maggiormente supportate, a scapito delle aree interne e svantaggiate.
In questi due anni di amministrazione, il nostro Ente ha messo in cantiere oltre dieci richieste di contributo a fronte di progetti nel settore dell’energia, delle infrastrutture sportive, per l’adeguamento e la messa in sicurezza degli edifici pubblici, delle scuole, dei beni culturali e della sicurezza pubblica.
A questi si aggiungono altrettanti progetti presentati in partenariato con Associazione ed Enti operanti sul territorio (Associazioni di volontariato, Enti locali e territoriali, Soggetti privati) che sono in corso di valutazione dai Soggetti Responsabili.
Spiace rilevare che, a distanza di tempo, non si intravede un miglioramento, la regione infatti, è ancora ferma alle istruttorie e alcuni dei bandi pubblicati, si sono rilevati una “ bufala”.
Basta citare l’avviso concernente la misura 7.1 destinata alla riqualificazione dei impianti sportivi (campetti di tennis di Sant’Enrico), misteriosamente cancellata e le cui risorse, secondo fondi ben accreditate dell’Assessorato Bilancio, sarebbero state stornate a vantaggio di un improbabile aggiornamento progettuale dell’Aeroporto di Agrigento.
Oppure il bando riguardante la riqualificazione dello stadio Comunale, che ha appena 50 milioni di euro su base regionale che, secondo alcune indiscrezioni, darebbe copertura ad appena 25 – 30 progetti su un numero di 200 richieste.
Per quest’ultima misura fa ben sperare la possibilità che la Regione proponga lo storno di finanziamenti da altre misure inutilizzate.
E ancora, l’annullamento del bando dell’Assessorato Industria riguardante l’urbanizzazione dell’area industriale in contrada Cangioli.
Le cose vanno meglio sul fronte dell’efficientamento energetico infatti, i progetti in istruttoria presso l’IRFIS, sui programmi che supereranno il severo esame istruttorio (fra questi anche Mussomeli), potranno contare su una dotazione finanziaria ampia.
Con soddisfazione è stato possibile recuperare il finanziamento destinato alla riqualificazione di tre piazze del centro storico, originariamente escluso, di cui si attende il decreto di concessione da parte dell’Assessorato al Turismo.
Siamo ancora in attesa di ricevere notizie delle due richieste di contributo a valere sul PON Sicurezza presso la Prefettura, l’una concernente il completamento della palestra di viale Olimpia, l’altra alla messa in sicurezza dell’abitato urbano mediante l’istallazione della videosorveglianza.
Riguardo poi alla finanza cosiddetta innovativa, come l’adozione del project financing, si registra una scarsa appetibilità da parte dei privati i quali, sono scoraggiati dall’investire in infrastrutture pubbliche, a causa dell’instabilità politica di alcune amministrazioni comunali, del grave momento di crisi dell’economia, del calo vertiginoso dei consumi, del momento di grande incertezza legata all’andamento della politica e dell’economia regionale e nazionale.
In tale contesto congiunturale sfavorevole, la nostra amministrazione ha fatto tutto quello che era possibile “ fare “, senza risparmio di energia e impegno, senza alcuna esitazione e con la dovuta serietà e professionalità.
Purtroppo la programmazione locale, da sola, non è sufficiente a superare le difficoltà economiche delle aree interne a forte svantaggio di crescita senza un intervento straordinario efficace e di ampio respiro.
Ecco perchè la proposta di istituire la Zona Franca per la provincia di Caltanissetta di cui si è fatta interprete l’On. Daniela Cardinale rappresenta, sulla scorta di altre esperienze europee, lo strumento di sviluppo più adeguato, quale intervento straordinario per le aree a forte ritardo di crescita.
Ci incoraggia, non poco, la prospettiva che il Governo nazionale doti di ampia disponibilità finanziaria lo strumento proposto, così come anticipato dal Ministro Passera, mediante un decreto che dovrebbe essere pubblicato entro l’estate.
Sul tema dello sviluppo locale e contesti rurali, con riferimento alle aree interne, raccolgo con interesse l’iniziativa assunta dall’On. Daniela Cardinale di organizzare una tavola rotonda riguardante l’approccio integrato tra attività extragricole e garanzia di legalità.
L’iniziativa prevista per il venerdì 6 luglio a Villa Cardinale, conta la presenza di illustri relatori, personalità politiche e amministratori locali.
Osservo inoltre, che con l’esaurimento dell’esperienza della Programmazione Negoziata e l’imminente fuoruscita del Mezzogiorno d’Italia dall’Obiettivo 1 dal sistema di incentivazione finanziaria comunitaria, l’iniziativa di istituire la zona franca, appare il più idoneo strumento per il rilancio economico della nostra Provincia e conseguentemente di Mussomeli.
Per quanto riguarda, in ultimo, la situazione di crisi che investe il settore trainante della nostra economia locale ovvero, l’edilizia e la metalmeccanica, ritengo che, il rilancio possa passare anche attraverso forme di associazionismo e cooperazione fra le aziende del territorio.
Infatti, la proposta a suo tempo avanzata di costituire il “ Distretto produttivo della Metalmeccanica” mi sembra uno strumento idoneo di crescita, per una offerta di mercato qualitativa e quantitativa concorrenziale, orientata alla capacità di assorbimento di commesse di lavorazione extraterritoriali.
Ma mi chiedo: i nostri operatori del settore, sono pronti a forme di aggregazione che costituiscono il presupposto per la nascita del Distretto produttivo della Metalmeccanica ?
Sono disponibili a venir fuori dal ristretto ambito aziendale per la costituzione di un consorzio d’imprese capaci di lanciare la sfida al mercato, al di fuori delle logiche padronali?
Mi auguro di si e assieme affronteremo le problematiche per la crescita e la competitività.

Salvatore Calà Sindaco di Mussomeli

Mussomeli 30/6/2012

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