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Il coordinatore provinciale di Grande Sud all’assessore comunale Vullo: “Per parlare ci vuole il patentino?”

Redazione

Il coordinatore provinciale di Grande Sud all’assessore comunale Vullo: “Per parlare ci vuole il patentino?”

Mar, 14/02/2012 - 14:18

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Giuseppe Anzalone, coordinatore provinciale Grande Sud

SAN CATALDO- Già si surriscalda il clima a San Cataldo in vista delle prossime amministrative e si denotano i primi botta e risposta tra i vari partiti in lizza per la pltrona di Primo Cittadino. Dura la replica di Giuseppe Anzalone, coordinatore provinciale di Grande Sud all’assessore comunale Vullo che era intervenuto nei suoi confronti con una lettera aperta carica di riflessioni “ad alta voce”. Ecco la risposta di Anzalone: “Le considerazioni dell’assessore comunale Filippo Vullo, che con una violenta reprimenda sulla stampa ha voluto stopparmi su un Documento politico elaborato dal sottoscritto in qualità di Coordinatore provinciale di “Grande Sud” in vista delle prossime amministrative a San Cataldo, costituiscono per me una straordinaria occasione di riflessione. Devo infatti confessare che sconoscevo che per parlare di politica o di candidature fosse necessaria una “idoneità”, una sorta di patentino, come per esempio quello che occorre per guidare un’auto, un motorino o una barca. Non essendo “idoneo a fare delle osservazioni” in quanto coordinatore, il sottoscritto ha “perso un’occasione per stare zitto”. Il monito di Vullo mi ha letteralmente spiazzato, non soltanto per la stringente logica del ragionamento che lo supporta ma,  anche, per l’autorevolezza che tutti riconoscono allo stesso: quella di umile e fedele portavoce.
Ma come, mi sono chiesto, chiunque può intervenire nel dibattito che si è aperto sulle elezioni amministrative – consiglieri comunali, assessori, rappresentanti di partito, di movimenti e liste civiche, singoli cittadini – e un coordinatore

L'assessore comunale di San Cataldo Filippo Vullo

provinciale di un partito politico non può  dire la sua agli elettori senza, si badi bene, aver aggredito o offeso alcuno? Sono dunque entrato nel pallone! Forse è vero, ha ragione lui e, forse, al di là del ruolo politico che ricopro, non ha importanza nemmeno il fatto di essere nato in questa città e avervi vissuto tutta una vita… Davvero non posso dire quello penso? Non sono “idoneo”?   Se fosse così, perché allora sono stato invitato dal Coordinatore Provinciale del PDL “a partecipare all’inizio dei lavori, rivolgendo ai presenti un breve saluto” al Primo Congresso Provinciale del PDL  celebrato domenica scorsa? L’amico assessore, lui sì, invece, che ha le carte in regola per parlare: assessore al bilancio, commercialista, ha impresso una vera svolta in quel ramo di amministrazione cui è stato delegato dal sindaco: bilancio di previsione approvato senza derogare mai la fatidica data del 31 dicembre; consuntivo nei termini di legge; bilancio partecipativo con coinvolgimento dell’intera cittadinanza; bilancio certificato; soprattutto, non ha portato al dissesto finanziario le casse del nostro Comune. Insomma, anche lui, un tecnico prestato alla politica, proprio come piace alla nostra deputazione locale; lui sì che “è idoneo a parlare di candidature a San Cataldo”, non certo uno come me, coordinatore provinciale di un partito, ma senza il patentino d’idoneità! A proposito, ma questa idoneità chi la rilascia? Chi lo concede il patentino? E per quali meriti? Risposta non facile, provo comunque a ragionare: se io non sono idoneo e Vullo invece sì, allora devo soffermarmi sul profilo dello stesso Vullo per capire chi concede il patentino e sulla base di quali criteri. A parte gli “eccellenti” meriti politico-amministrativi che Vullo ha saputo dimostrare sul campo, ciò che conta è di sicuro… servire e compiacere sempre con “coerenza” e “rispetto”. Senza fiatare. Senza battere ciglio. Sicuro, solo così si diventa “idonei”… Sono confuso. Ma forse ha ragione l’amico assessore. Non sono “idoneo”. Chi dice no all’alterigia e pensa con la propria testa non è mai “idoneo”!
In ogni caso ti ringrazio egregio assessore, amico mio, per l’alto profilo del tuo intervento, per tuoi “preziosi consigli”, per il tuo “altruismo”, poiché dopo avere messo a posto i conti del Comune, ti sei voluto preoccupare e occupare anche dei problemi di partito; non del tuo – dove, anche lì, ritengo avrai già brillantemente sistemato tutto – ma di quel partito in cui vi è un coordinatore che parla a sproposito,  perché privo di “idoneità”.

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