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Aggressione come nel Bronx a Mussomeli: è caccia all’uomo

Redazione

Aggressione come nel Bronx a Mussomeli: è caccia all’uomo

Dom, 22/01/2012 - 14:32

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MUSSOMELI – Picchiato, legato e poi rinchiuso nel bagno della sua villetta di campagna. Lunghi minuti di terrore per un venticinquenne che difficilmente riuscirà a dimenticare quei momenti. Lui che sorprende dei balordi in azione nella sua proprietà, mentre i ladri, complici il buio, lo bloccano, lo picchiano, gli legano le mani, lo derubano del cellulare e lo lasciano dolorante e immobilizzato nel bagno. Solo l’arrivo del padre gli ridà la libertà consentendo di lanciare l’SoS e di avvertire i carabinieri che per tutta la notte vengono impegnati in una vera e proprio caccia all’uomo. Poi i minuti successivi all’aggressione basteranno a padre e figlio per rendersi conto del furto: gli ignoti infatti riescono a scoprire una mazzetta del valore di 5 mila euro nascosta nelle tasche di una giacca. Frutto di risparmi di persone perbene visitate da malviventi in azione. Una razzia che si tinge di violenza. Ecco perché la posizione del gruppo si aggrava. Chi siano i ladri è difficile da capire. Il venticinquenne, Vincenzo S., carpentiere, a causa del buio non è riuscito né a vedere le facce dei delinquenti né tantomeno a captare delle informazioni utili a ricostruirne le identità. Pare che in quegli attimi in cui è stato malmenato, gli autori del raid non avrebbero spiaccicato nemmeno una parola. Nulla che ha potuto in qualche modo tradirli. Non appena avvertiti, i carabinieri sono stati impegnati in una vera e propria caccia all’uomo che per un pelo non ha portato i risultati sperati. Attraverso il cellulare della vittima, gli uomini dell’Arma si sono messi sulle tracce della banda, ma poi il segnale si è perso e la ricerca è risultata infruttuosa. Accompagnato al Pronto soccorso, i medici hanno riscontrato ferite ed escoriazioni guaribili in quindici giorni. Il raid è stato portato in atto nella tarda serata di venerdì, tra le contrade Quadia e Santissimo, in un luogo isolato ma non troppo distante dal cimitero. Non è escluso che i ladri conoscessero la vittima. In quella villetta, con attiguo un capannone degli attrezzi, da qualche tempo vive il padre del ragazzo ferito, un carpentiere molto conosciuto in città. Gli ignoti si sono introdotti nella sua proprietà approfittando del suo ritardo; l’uomo a quell’ora non era ancora rientrato a casa. Vedendolo tardare i balordi avrebbero deciso di sfruttare la situazione, ma al momento del raid l’arrivo inaspettato del figlio avrebbe fatto saltare in aria i piani. A quel punto, per guadagnare la fuga, hanno deciso di usare la violenza.