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Mussomeli, scrivono gli ex alunni di Angelo Barba. “30 anni dopo vive ancora nei nostri cuori”

Redazione

Mussomeli, scrivono gli ex alunni di Angelo Barba. “30 anni dopo vive ancora nei nostri cuori”

Sab, 24/12/2011 - 12:54

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MUSSOMELI- In considerazione della festività di domani, la lettera giunta alla nostra redazione arriva non solo inaspettata ma quasi alla stessa stregua del modus operandi di Raffaela Carrà nel suo programma entrato nella memoria di ogni italiano “Carramba che Sorpresa”. Scrivono gli alunni di quella che fu la sezione B della scuola media del 1980-83 in merito alla vicenda che ha interessato in questo mese il libro dello storico scomparso ad Aprile Angelo Barba. Una lettera che profuma di un passato non troppo lontano e che rivendica, senza polemica e soprattutto senza ricerca ossessiva di colpevoli, il ruolo nonché la figura di quello che è stato non solo uno storico ma soprattutto un apprezzatissimo professore di italiano che, da quanto di legge, sembra aver segnato la storia umana e professionale di quelli che furono allora giovanissimi alunni. Si legge per l’appunto: “Gentilissimi giornalisti ed addetti alla comunicazione, scusate se scegliamo un mezzo così freddo e per molti versi anonimo, ma volevamo far sentire la nostra opinione in merito alla “triste” vicenda che ha visto protagonista lo scomparso professore Angelo Barba. Siamo un gruppo di quei ragazzi che ebbero la fortuna negli anni ’80, di aver avuto come insegnante l’indimenticato storico; non siamo qui per entrare nella polemica ma semplicemente per ribadire quanto finora è stato già detto sulla figura dello storico nonché esimio Professore Angelo Barba che esattamente 30 anni fa, nel 1980, con la nostra classe iniziò quello che fu il primo esperimento di scuole medie “a tempo pieno”. Con lui, durante i tre anni, abbiamo imparato a conoscere e ad affrontare problemi che oggi sono di attualità e che allora erano considerati “utopia”. Globalizzazione, comunicazione, laboratori di ricerca e di giornalismo sono state le attività che l’antesignano professore Angelo Barba affrontò in un’epoca in cui ancora si parlava di guerra fredda, di rapimenti delle brigate rosse e dell’attentato a Giovanni Paolo II°. Oggi si parla di P.O.N. e P.O.F. spesso per la frenesia di racimolare qualche soldo in più senza lasciare traccia alcuna dell’operato. Siamo fieri di aver contribuito, seppur da “spettatori non paganti”, alla riproposizione di materiale di cui oggi spesso si parla ma di cui con altrettanto frequenza ci si dimentica la provenienza come l’attuale NINNAREDDA che l’allora 36enne professore Angelo Barba, recuperò e lasciò a futura memoria in un’opera intitolata 3 ANNI INSIEME. Con Angelo Barba abbiamo imparato ad apprezzare e ad amare le nostre radici storico-artistiche –culturali attraverso un percorso che ha segnato indelebilmente la storia umana e professionale di ognuno di noi. Ci dispiace constatare come, in questa triste storia del libro richiesto in Spagna e oggetto di polemica, ci sia un silenzio assordante, non solo degli organi istituzionali interessati ma soprattutto degli uomini di cultura nonché colleghi ed amici dell’indimenticato professore Angelo Barba che in questa occasione potevano esprimere lo stesso apprezzamento che alcuni di loro hanno allo stesso tributato, immediatamente dopo la sua morte. Concordiamo con l’opinione dell’ ”uomo” Gero Valenza quando sostiene “perché Angelo Barba vive, non solo nel ricordo dei mussomelesi, ma anche nelle opere che saranno tramandate alle future generazioni”  ma soprattutto con lo stralcio della lettera delle figlie pubblicata sui giornali quando sostengono “La consapevolezza che papà non è morto «del tutto»”. 30 anni dopo, gli allora ragazzi della sezione B, oggi padri e madri di famiglia, con questa lettera auspicano che il Natale 2011 sia foriero di speranza ma soprattutto di grande impegno di tutti coloro i quali, attraverso le responsabilità a cui sono stati deputati da scelte comunitarie, non usino la loro rappresentatività per scopi che non siano di interesse collettivo e che soprattutto traggano spunto, da coloro che rimarranno immortali nella mente e nel cuore di ogni mussomelese, per far si che Mussomeli sia da attrazione per i nostri figli e per le future generazioni piuttosto che terra dove tornare ogni tanto per ricordare il passato. Auguri a tutti.”

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