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Italia Nostra: “Umberto I non va toccato, sarebbe un reato”

Redazione

Italia Nostra: “Umberto I non va toccato, sarebbe un reato”

Gio, 06/10/2011 - 12:24

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CALTANISSETTA – Danneggiare un monumento o un’opera d’arte oggi è un reato (civile e penale) ancora più grave di ieri e i vandali” sono avvisati: rischiano il carcere. La decisione, recente, è del ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan, che ha presentato il disegno di legge con delega al governo, già approvato in Consiglio dei ministri, in ordine ai reati contro il patrimonio culturale. Vengono così introdotti nuovi reati, come il furto di bene culturale, per cui si va incontro alla reclusione da uno a sei anni e a multe da 5 a 10 mila euro. Il delitto di danneggiamento, deturpamento o imbrattamento dei beni culturali e paesaggistici prevede la stessa pena detentiva. Verrà punito, dunque, anche chi rovina il paesaggio, e nella categoria rientrano i costruttori di “ecomostri. Per il reato di alienazione dei beni culturali senza la preventiva autorizzazione, inoltre, aumenta la pena di reclusione fino a tre anni con multa fino a 77 mila euro. Aumentano anche la multa e la pena detentiva per chi esporta illecitamente beni culturali. Cosa dire? Provvedimenti tardivi, ma assolutamente condivisibili e apprezzabili.

Caltanissetta, ottobre 2011. Con il secondo stralcio esecutivo del progetto “La Grande Piazza”, progettisti e funzionari dell’Ufficio tecnico comunale si pongono il problema di cosa fare con il monumento a Umberto I. Questo perché il progetto “Walking on the ribbon”, vincitore del noto concorso di progettazione architettonica, prevede lo spostamento del monumento a Umberto I verso destra rispetto alla posizione attuale, e il suo ricollocamento su un basamento più basso. Siamo costretti a ricordare alcune cose. Il monumento a Umberto I, nell’omonimo, centrale corso cittadino, è documento storico-urbanistico e bene culturale della Città di Caltanissetta; peculiare elemento della memoria collettiva della cittadinanza, realizzato ai primi del Novecento. Statua e basamento sono stati organicamente ideati e firmati da Michele Tripisciano, celebrato scultore nisseno. L’art. 10 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs.22 gennaio 2004, n.42) afferma: “Sono beni culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle Regioni agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico” E aggiunge: “Sono beni culturali le cose immobili e mobili, a chiunque appartenenti, che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive e religiose”. L’art. 169 del Codice recita inoltre: “E’ punito con l’arresto […] chiunque senza autorizzazione demolisce, rimuove, modifica, restaura ovvero esegue opere di qualunque genere sui beni culturali indicati nell’art. 10”. Inevitabilmente ci chiediamo come sia possibile che la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Caltanissetta abbia potuto legittimare, autorizzare, con l’assenso al progetto vincitore del concorso “La Grande Piazza”, interventi di modifica-demolizione del basamento del monumento a Umberto I e la sua rimozione e traslazione.

Le conclusioni appaiono scontate: il monumento a Umberto I, a Caltanissetta, non può e non deve essere né spostato né deturpato con la modifica del suo basamento, che ne costituisce parte integrante. Semmai, deve essere restaurato. Per noi di Italia Nostra la questione è chiarissima, sia per quanto riguarda gli aspetti culturali sia per quanto riguarda gli aspetti tecnico-giuridici. Se qualcuno intendesse comunque ostinarsi ad intraprendere azioni contrarie alle legge, alla storia e alla cultura e persino al buon senso comune, saremmo costretti a presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Caltanissetta. E comunque, dover ricordare, evidenziare ancora una volta, persino alla locale Soprintendenza, tali norme e tali valori, è veramente deprimente. Ma noi non desistiamo. E d’altronde, la nostra Associazione, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana, concorre alla tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione. Quest’anno, a proposito, la nostra bella Italia compie 150 anni. Lo ricordiamo agli smemorati e ai confusi servitori dello Stato. (Ha collaborato l’arch. Michele Lombardo)

Leandro Janni – Consigliere nazionale di Italia Nostra

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