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No al taglio indiscriminato degli enti locali, si alla riorganizzazione

Redazione

No al taglio indiscriminato degli enti locali, si alla riorganizzazione

Dom, 21/08/2011 - 17:47

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CALTANISSETTA – Il nostro Paese, i nostri territori stanno attraversando una crisi drammatica. Le soluzioni, le risposte che vengono dal mondo politico sono confuse, incerte, contraddittorie. Persino deleterie, a volte.  Di seguito una riflessione sul particolare momento che stiamo vivendo. 

Crisi economica e crisi urbana, pur seguendo logiche talvolta contrapposte, si manifestano quale prodotto di uno stesso e più generale declino e, insieme, di un modello di sviluppo divenuto sempre più insostenibile. E’ necessario contrastare questa dinamica recessiva con un’azione comune, per affrontare congiuntamente le criticità manifestate dal sistema economico e quelle relative al nostro modello insediativo. Per quanto riguarda l’assetto istituzionale, fondamentale per restituire competitività al sistema urbano, la prospettiva è quella di una sua organica riorganizzazione, modellandolo sulle dimensioni della metropolizzazione e dell’area vasta, sull’assetto reale insomma, generalmente distante dalle frammentazioni territoriali indotte dai confini amministrativi. Tuttavia, questa consapevolezza non ci ha portato e non ci porta a suggerire, né a sostenere, la banalizzazione delle istituzioni e l’impoverimento dei profondi rapporti fra queste e i territori. Appare improprio, improduttivo, ai fini del rilancio delle capacità sociali ed economiche del nostro Paese, ridurre una questione così rilevante al numero degli abitanti o all’estensione territoriale, senza verificare l’adeguatezza e l’autonomia delle singole componenti decisionali del sistema di governo. Principi, prospettive che, invece, dovrebbero essere la base per un efficace, necessario progetto di riordino degli assetti istituzionali. Alle ipotesi di cancellazione o di accorpamento degli enti locali, operate in assenza di tali verifiche, ai tagli e alla cancellazione di investimenti ai quali essi saranno soggetti, seguiranno inevitabilmente degradi materiali e immateriali delle comunità locali.

Per questo, rispetto al “taglio” di 30 Province e 1.500 Comuni (al quale – ad oggi – non è seguita alcuna proposta di riorganizzazione efficiente e aderente alle realtà territoriali, ben più complesse rispetto al solo parametro numerico utilizzato), è da ritenersi maggiormente congrua l’adozione di un criterio di accorpamenti e aggregazioni, in ragione della programmazione, dello sviluppo e del mantenimento della democrazia nei territori. Un progetto di riassetto, dunque, che non si fermi alla mera “cancellazione”. Di certo è necessario analizzare in modo critico – e autocritico – la storia recente e gli scenari futuri;  essere pronti a dare un contributo rigoroso per scelte difficili ma improrogabili, che dovranno riguardare i cambiamenti dell’assetto istituzionale e per consentire un effettivo governo dei territori, per razionalizzare la spesa pubblica senza intaccare il livello dei servizi.

Fiducia e consapevolezza ci permettono di vedere le autentiche, possibili relazioni fra  ripresa economica e capacità culturali, politiche, amministrative, tecniche.  Relazioni, reti  fondamentali, in grado di legittimare costantemente l’impiego di risorse adeguate a presidio del patrimonio territoriale e delle solidarietà istituzionali. Per far questo serve un progetto politico complessivo, che punti a rifondare il patto fra istituzioni e cittadini, a recuperare la serenità del dialogo e pari ruoli decisionali in merito all’assunzione di responsabilità: per incrementare l’efficienza e la trasparenza degli atti amministrativi e permettere la condivisione di scelte che devono mantenersi equamente distribuite. Insomma: NO al taglio indiscriminato degli enti locali, SI’ alla riorganizzazione.

 Leandro Janni