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Mussomeli, la fine della Provincia coincide con la fine della casta? Riflessioni di Ernesto Barba

Redazione

Mussomeli, la fine della Provincia coincide con la fine della casta? Riflessioni di Ernesto Barba

Mar, 23/08/2011 - 10:30

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MUSSOMELI- Questa volta……..la misura ha proprio raggiunto il colmo. Non è la classica frase di rito, ma quanto emerge da una lettera giunta in redazione da un lettore che, sentiti in merito i pareri, le opinioni e soprattutto le beghe politiche che riempiono pagine e pagine di giornali, sente di dire la propria. I toni sono pacati e freddi. I concetti chiari e coincisi. I destinatari pure. L’argomento è l’eventuale soppressione della provincia di Caltanissetta che, secondo i dati I.S.T.A.T., “giace” sommessamente all’ultimo posto nella classifica nazionale per reddito pro-capite e stile di vita. Il mittente è Ernesto Barba, 46 mussomelese con ruolo dirigenziale all’interno di Sviluppo Italia Sicilia. Nella sua breve e coincisa lettera, Barba fa emergere quelli che sono, dal suo punto di vista, i concetti di mafia e soprattutto di impegno politico. Di seguito il contenuto integrale della lettera: “Se non di lavoro, di cosa può vivere la gente comune di questa disastrata provincia?
Fuori dalle prebende della casta, la vita è difficile e pericolosa per chi non ha un’occupazione stabile, caro politicante di ogni ordine, grado e colorazione politica.
Mafia è un termine che il solo pronunciarlo, purtroppo, provoca da solo preoccupazione ed allarme tra la nostra gente maggiori di qualsiasi e temuto nefasto evento naturale.
Lo sappiamo benissimo tutti quanti!
Tuttavia, la difesa d’ufficio contro la probabile esclusione di Caltanissetta dal novero di provincia, che passa dal timore per le ipotetiche – e non condivise – ricadute organizzative delle istituzioni e il loro impatto nella lotta contro la mafia, appare se non ridicola, almeno puerile.
Lo sviluppo delle condizioni per la creazione del lavoro è la strada maestra nella lotta contro la mafia. Ogni altra iniziativa è di facciata, pura e fastidiosa demagogia.
Non necessita di ripetizione il concetto che, laddove il lavoro diventa accessibile all’individuo, caro politicante, il rischio di veder ingrossare l’esercito della malavita si riduce notevolmente. E con esso la necessità di mantenere sul territorio – per questo precipuo scopo – i presidi qualificati delle istituzioni dello Stato.
L’iniziativa politica – passata, presente e futura – di contrasto contro la disoccupazione – che non si esaurisca negli inutili slogan di circostanza – sarebbe il vero segno tangibile di un impegno politico a favore del propria provincia, da difendere davvero come caput mundi.