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Vigilanza sulla caccia, interrogazione dei consiglieri Pd alla Provincia Regionale

Redazione

Vigilanza sulla caccia, interrogazione dei consiglieri Pd alla Provincia Regionale

Mer, 29/06/2011 - 08:52

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Il consigliere provinciale Alfonso Cirrone Cipolla

CALTANISSETTA – Con una interrogazione rivolta al presidente della Provincia Regionale Giuseppe Federico, i consiglieri del gruppo Pd alla Provincia Alfonso Cirrone Cipolla, Maria Grazia Bonura, Giuseppe Licata chiedono di conoscere le  “iniziative circa lo stato della procedura d’appalto, con criteri di evidenza pubblica, del servizio di vigilanza sulla caccia, sulla pesca nelle acque interne e di tutela e ripopolamento della fauna, di salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio naturale”.

Il consigliere provinciale Giuseppe Licata

Questo il testo integrale del documento: “I sottoscritti Consiglieri Provinciali del PD interrogano con urgenza la S.V. con preghiera di risposta scritta, circa lo stato della procedura d’appalto, con criteri di evidenza pubblica, del servizio di vigilanza sulla caccia, sulla pesca nelle acque interne e di tutela e ripopolamento della fauna, di salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio naturale, con particolare riguardo al monitoraggio e controllo di siti illecitamente adibiti a discariche e/o siti inquinanti del suolo e delle acque interne.  Infatti si ha motivo di ritenere che alla scadenza della convenzione stipulata dalla Provincia con l’allora “Multiservizi SPA” siano statte adottate delle procedure non corrette che mettono a rischio la prosecuzione del servizio e con esso la consequenziale perdita di 30 posti di lavoro.

Il consigliere provinciale Maria Grazia Bonura

Gli interroganti chiedono alla S.V. con quali criteri sia stato formulato il bando di gara, considerato che la Provincia Regionale di Caltanissetta detiene un pacchetto azionario (25% del capitale) dell’ex Multiservizi, ed avendo regolarmente partecipato con il proprio rappresentante senza mai aver messo in discussionela partecipazione alla società ed avendo espreso parere favorevole nei consigli d’amministrazione in cui sono stati decisi sia il cambio di denominazione (oggi Vigilanza Venatoria ed Ambientale della Provincia di Caltanissetta), sia l’assetto societario di questo ramo dell’azienda impegnata con la Provincia a fornire il servizio di Vigilanza.

Pertanto a parere degli scriventi la procedura di gara con evidenza pubblica andava esperita per la ricerca del socio privato e non come è stato fatto con una gara per la gestione del servizio, trattandosi come è chiaro di società mista pubblico-privato.

Si chiede inoltre come mai la giunta provinciale abbia di fatto rinunciato al contributo della Regione Sicilia, destinato a quelle province che assicurano il servizio di vigilanza venatoria ed ambientale, previsto dall’art. 7 della ultima Finanziaria regionale che avrebbe assicurato a conti fatti la copertura dell’80% della spesa prevista e che invece, nel bando di gara, verrebbe assicurata con somme a totale carico della Provincia Regionale.

In tempi di grave crisi, con innumerevoli mancati trasferimenti regionali e nazionali, tale scelta non solo è incomprensibile ma rinunciare ad un contributo di circa 1 milione di euro che potrebbero essere impegnati in altri settori ed attività (vedi per esempio Università) è da condannare senza appello e denota miopia politica.

I sottoscritti inoltre rilevano dalla lettura del bando di gara che non a tutti i lavoratori in atto in servizio con la società di vigilanza verrebbe garantita la continuità lavorativa. E’ una scelta dell’Amministrazione o vi sono elementi non chiari in tale scelta che in atto sfuggono?

In ogni caso è necessario che tutti i lavoratori abbiano chiarezza e trasparenza nelle scelte operate dalla istituzione pubblica.

Inoltre sempre dalla lettura del bando si evince che il servizio di vigilanza previsto sarebbe svolto part-time, assicurando copertura lavorativa solo per 235 giorni/anno e su un solo turno di servizio giornaliero. Non bisogna essere profondi esperti dell’attività venatoria per capire che un servizio siffatto, non solo risulterebbe inutile ma favorirebbe l’attività di bracconaggio in tutto il territorio provinciale.

Inoltre gli scriventi chiedono quale risultato abbia avuto la gara d’appalto esperita il 23/6 u.s., considerato che le notizie ufficiose non rassicurano circa l’assegnazione del servizio ed i criteri di scelta adottati in quella sede in termini di correttezza e di trasparenze delle procedure.

Infine preoccupati circa la continuità del servizio ed il rischio della perdita di 30 posti di lavoro che in una economia come la nostra rappresentano certamente una grave perdita, i sottoscritti chiedono risposta urgente agli interrogativi posti.

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