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Rudy Maira al periodico “il Sacco”:”il Campisi che conoscevo non esiste più”

Redazione

Rudy Maira al periodico “il Sacco”:”il Campisi che conoscevo non esiste più”

Mer, 22/06/2011 - 14:50

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La pagina sulla quale era prevista l'intervista a Rudy Maira (rimasta "bianca")

CALTANISSETTA – L’editore de “il Fatto Nisseno”, ha ritenuto opportuno pubblicare on line l’intervista che l’ On. Rudy Maira ha rilasciato al periodico “il Sacco”.  Sull’edizione  di giugno de “il Fatto Nisseno” era programmata un’intervista a Maira che lo stesso aveva rilasciato ad un collaboratore della redazione in data 05.06.2011.  Per motivi  che non sono dipesi dalla volontà dell’editore, l’intervista non è stata pubblicata. Valutando le dichiarazioni di Rudy Maira rilasciate al periodico Sancataldese e ritenendole in linea con quelle rilasciate al “il Fatto Nisseno” ho ritenuto doverosa e corretta la pubblicazione.

Michele Spena  

 

 

RUDI E LE  STORIE TESE

Maira a tutto campo: la crisi nissena, la rottura con gli alleati, le amministrative di San Cataldo

 di Antonino Falzone

 “Pagano può continuare fin che vuole a dire che Campisi è bravo, che sta lavorando bene, che la gente è con lui. Ma il malcontento è alle stelle. E non si tratta di un difetto di comunicazione: i nisseni non condividono l’operato di questa amministrazione”. Parla Rudy Maira, capogruppo all’Ars dei Popolari Italia Domani (Pid), il gruppo che fa capo all’ex cuffariano Saverio Romano, attualmente ministro all’Agricoltura.

Onorevole, ma il fallimento di Campisi non è anche il suo fallimento?

“La responsabilità principale è dell’amministrazione e in particolar modo del sindaco”.

Perché?

“Si è intestardito su alcuni punti che non servono alla città. Prendiamo ad esempio la nettezza urbana: un sindaco deve essere in grado di prevenire i contrasti sociali e, se questi scoppiano, deve essere in grado di gestirli. La cosa più sbagliata è provocarli”.

Campisi ha dichiarato di essere stato lasciato solo a causa del suo impegno per la legalità. Condivide?

“Spero di vivere a lungo nella mia vita per vedere ribaltate alcune delle attuali convinzioni: e non mi riferisco alla magistratura né ai carabinieri né alla polizia né alla guardia di finanza”.

A quali convinzioni si riferisce?

“Non è giusto diventare utilizzatori della legalità. Siamo sicuri che chi oggi viene considerato una bandiera della legalità sia realmente a difesa di questa? E che tutti gli altri siano per l’illegalità? Nello specifico poi, non so cosa pensare. Campisi si è autodefinito sindaco della legalità e durante un intervento in televisione si è paragonato a Falcone”.

E così?

“Il paragone è irriguardoso nei confronti di Falcone. E poi: chi lo ha lasciato solo? Contro chi o cosa? Parliamoci chiaro: per quello che sta facendo Campisi, nessuno gli sparerebbe neanche con i caccami e la cerbottana. In ogni caso, la legalità si dimostra con i fatti. Legalità è anche trasparenza amministrativa. E proprio sulla legittimità amministrativa degli atti di Campisi nutro fortissimi dubbi”.

Sia più chiaro.

“Sono convinto che in tutto questo bailamme creato dal sindaco, ci siano tantissimi illeciti amministrativi di cui si occuperà la Corte dei Conti”.

E Pagano?

“Francamente non capisco tutta questa sua voglia di proclamarsi a Caltanissetta difensore della legalità. Perché autocelebrarsi e ghettizzare gli altri? Che senso ha affiggere degli auto-manifesti? A che serve tutto questo, a ottenere la scorta?”. 

Potrebbe anche servire a scaricare il fallimento politico sugli alleati, cioè su di voi…

“Campisi sta agendo in assoluta libertà: ha riformulato la giunta scegliendo suoi amici personali. Quindi se la sua azione politica va male, la responsabilità è soltanto sua. In ogni caso, ci dica quali sono gli atti illegali che gli avremmo imposto di  fare, e lo dica alla luce del sole. Altrimenti le sue sono soltanto illazioni”.

Dica al verità, si è pentito di aver appoggiato Campisi ?

“Abbiamo scelto Campisi perché a Palermo c’era un’alleanza salda tra l’UDC e il Pdl e soprattutto perché entrambi eravamo stati cacciati da Lombardo. Poi perché l’elettorato del Pid è di centro-destra. Infine perché il programma di Campisi era credibile”.

E allora cos’è successo?

“Quel Campisi che conoscevo anni fa quando era revisore dei conti – e che stimavo – non esiste più”.

Addirittura.

“Secondo l’opinione più diffusa è molto influenzato dall’alto e obbedisce agli ordini di Pagano. Secondo me, oltre a questo, una buona dose di scelte scellerate sono da intestare unicamente a lui”.

Ma scusi, che aspettate a uscire dalla maggioranza?

“Una classe politica seria, prima di mandare tutto all’aria, deve avere un’alternativa”.

Quindi finché la barca va…

“Se riusciamo a riunire tutte le forze responsabili – senza distinzioni tra sinistra, destra e centro – e a trovare un candidato sindaco all’altezza e al di sopra delle parti, con un programma di rilancio per Caltanissetta, allora si può cominciare a ragionare”.

Molti nisseni la accusano di aver consegnato la città a Pagano.

“Alla luce di ciò che sta accadendo direi proprio di no. In ogni caso, se così è, cercheremo di riprendercela”.

Ma non è che avete paura di tornare a votare?

“Assolutamente no. Riprenderemmo cinque consiglieri”.

E’ un ultimatum a Campisi e Pagano?

“Finora ci siamo lanciati dei reciproci segnali, ma il vero scoglio sarà il bilancio. La verifica andrà fatta proprio in quella sede. Io sono un politico responsabile e non me la sento di lasciare la città senza bilancio approvato. Certo, se dovessimo riscontrare che Campisi va dritto per la sua strada, saremo costretti a trarre le dovute conseguenze”.

Molti sostengono che tutto quello che sta accadendo era facilmente prevedibile…

“Quando si profilava un’ipotesi di alleanza con Pagano, effettivamente ero molto titubante. Lo conosco da quando è ragazzino. Il padre Biagio è stato a capo della mia segreteria per dieci anni. Ricordo anche che lo feci nominare componente del comitato di gestione dell’Usl di San Cataldo. Alessandro era un mio elettore. L’ho anche aiutato nell’avviamento professionale. Poi arrivò la furia del 1994 e di Forza Italia. Pagano venne eletto deputato. Da allora le nostre strade si sono divise. Di colpo, ha cominciato a dire che lui era il nuovo e io il vecchio”.

Non è così?

“Pagano è ormai sulla scena da più di quindici anni. È vecchio quanto me”.

Secondo lei ci vuole un rinnovamento della classe politica?

“Il rinnovamento non va visto nelle persone ma nell’atteggiamento. E in ogni caso se Campisi è il nuovo, forse è meglio il vecchio”.

Un giudizio sull’amministrazione Di Forti.

“Girerei la domanda a Pagano. Hanno perso la maggioranza in consiglio, non c’è più sintonia tra il sindaco e il deputato, c’è molto malcontento. Cosa è successo?”.

San Cataldo come Caltanissetta. E’ un modello che implode?

“Bisogna saper ascoltare i cittadini. Non si può essere detentori della verità e per di più con la presunzione di imporla agli altri. Evidentemente Di Forti non è in sintonia con i sancataldesi”.

L’anno prossimo a San Cataldo ci sono le amministrative. Il Pid ci sarà?

“Sicuramente. Ma non credo ci siano le condizioni per andare insieme al Pdl”.

Cosa pensa della nuova UDC in provincia?

“Troppi colonnelli e troppi aspiranti deputati. Mi sembra un partito a rischio implosione. Al momento siamo sicuramente inconciliabili, comunque in politica mai dire mai…”.