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L’intervento di Vincenzo Giardina all’assemblea “Giovani Udc”

Redazione

L’intervento di Vincenzo Giardina all’assemblea “Giovani Udc”

Sab, 25/06/2011 - 19:54

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Riceviamo & Pubblichiamo

Vincenzo Giardina

CALTANISSETTA – L’argomento che oggi mi spinge a fare questo intervento riguarda una problematica che, ormai da diversi decenni, è molto dibattuta nello scenario politico e sociale della nostra provincia e, in modo particolare della zona nord. Mi riferisco alla viabilità. Premetto subito che questo mio intervento vuole soltanto avere una funzione propositiva, ovvero vuole evidenziare quali sono le reali esigenze dei cittadini in merito, senza addossare nessuna colpa alle amministrazioni passate e presenti.

Tuttavia, le critiche, purché non si traducano in polemiche, stanno alla base di un qualsiasi processo evolutivo che porti alla crescita della società. A tal proposito, voglio richiamare un articolo del quotidiano “La Sicilia” del 14 giugno scorso nel quale veniva fatta un’intervista all’on. Salvatore Cardinale in merito alla strada di collegamento veloce Mussomeli-San Giovanni Gemini, recentemente ultimata, ma ancora non aperta al transito.

Premetto subito che l’on. Cardinale, per il suo interessamento, viene da me ringraziato pubblicamente per quanto ha potuto fare per la mia comunità, ma sapete quanto è costato questo suo sogno? Ben 67 miliardi delle vecchie lire per una strada che ha un’estensione di sei o sette chilometri: circa 10 miliardi a Km! Sono convinto che tale strada avrà la sua utilità; meno convinto sono, invece, sulla necessità di destinare così tanti soldi esclusivamente per collegare Mussomeli allo scorrimento veloce PA-AG, in aggiunta alle due strade provinciali già esistenti ed agibili, e con le quali si raggiunge lo stesso scopo.

Di esempi come questo se ne possono fare tanti altri, come lo scorrimento veloce Mussomeli-Caltanissetta, del quale a distanza di parecchi anni, e nonostante gli ingenti finanziamenti, sono rimasti solamente i piloni che, come eventi naturali inspiegabili, sorgono tra le valli del magnifico paesaggio rurale che circonda il nostro territorio. Ma, ripeto, le mie parole non vogliono accusare nessuno e quindi preferisco fermarmi qui con gli esempi per evitare di cadere nella polemica e perdere di mira il nostro obbiettivo.

Tali esempi, infatti, sono stati citati per evidenziare, al fine di superarlo, un sistema, quello appunto dei “grandi finanziamenti” degli anni novanta, inserito in un contesto politico-economico che non teneva conto delle peculiarità del territorio e delle sue reali possibilità di sviluppo.

Oggi è finita l’era dei grandi sogni. Oggi dobbiamo guardare in faccia la realtà, dobbiamo individuare il vero disagio ed eliminarlo. L’esperienza, la storia ci insegna che il nostro territorio, parlo della zona di Mussomeli e di tutto il vallone, per le sue peculiarità, ed anche per il concetto di industrializzazione che la nostra epoca sta vivendo, un industrializzazione ormai globalizzata ed anche informatizzata, non è adatto per la costruzione di grandi zone industriali che richiedono grandi strade.

Non abbiamo bisogno di mega strade che hanno scarsa utilità e che molto spesso deturpano il territorio in quanto di grande impatto ambientale o perché restano incompiute. Abbiamo bisogno di strade che, seppur non di ultima generazione, siano efficaci ed efficienti e che possano tanto soddisfare le esigenze dei cittadini quanto valorizzare il nostro territorio.

Purtroppo bisogna dirlo,  l’offerta di trasporto da parte della pubblica amministrazione non ha mai tenuto conto della domanda di mobilità del nostro territorio né tanto meno la prevista programmazione è stata effettuata con un sufficiente livello di attendibilità.

Dobbiamo quindi chiederci: Quali sono le esigenze del nostro territorio? E quali sono le esigenze dei nostri concittadini?

Mussomeli, per le sue origini, è sicuramente un paese ricco di cultura. Un paese, che per la sua storia, e per le bellezze che riserva il suo territorio, ha tutte le carte in regola per diventare la culla del turismo del centro-Sicilia, rilanciando l’economia dell’intera provincia. In questo contesto, quale è la funzione di un buon sistema viario? Naturalmente è quella di permettere al turista di raggiungere agevolmente i luoghi da visitare. Il turista non ha bisogno di grandi vie di comunicazione, ma si accontenta di una strada sicura, ben curata, senza buche o strettoie per evitare di cadere nelle buche: di una strada che al tempo stesso gli consenta di ammirare gli invidiabili paesaggi della nostra provincia. Alla luce di ciò, bisognerebbe accantonare i sogni, e attenzionarsi su delle opere più semplici da realizzare e che diano un’utilità maggiore e immediata: bisogna intervenire sulle strade già esistenti, mettendole in sicurezza, magari allargandole un po’, eliminando qualche curva, e poi programmare un piano di ammodernamento delle stesse strade da attuare negli anni per renderle sempre efficienti ed efficaci.

Stesso discorso vale per le esigenze del cittadino. Da circa mezzo secolo la domanda di mobilità è stata sempre rivolta ad avere una buona strada che colleghi Mussomeli a Caltanissetta. Bisogna, anche in questo caso, fare una preventiva valutazione costi-benefici. Coloro che, più di tutti, richiedono un intervento in tal senso sono i pendolari, che giornalmente si recano a Caltanissetta per lavoro e per studio.

È inutile ipotizzare un grande scorrimento veloce per il quale ci vogliono ingenti quantità di denaro, oggi non più disponibili! Tra l’altro, un’opera del genere, non sarebbe minimamente giustificata nemmeno dai flussi veicolari che percorrono entrambe le direzioni. Ciò che i cittadini chiedono è, anche in questo caso, l’agibilità e la messa in sicurezza dell’attuale strada provinciale Mussomeli-Caltanissetta, senza buche né continui pericoli dovuti ad una cattiva manutenzione che deve essere eseguita periodicamente.

In conclusione e alla luce di tutto quanto detto, ritengo che qualsiasi intervento che venga fatto all’interno di un territorio, deve rispondere ad un Piano generale di sviluppo economico, che non deve essere unilateralmente imposto dalla Pubblica Amministrazione, ma deve tener conto delle peculiarità del territorio, della domanda di mobilità dei cittadini e delle concrete utilità che da esso possono derivare.

Particolare attenzione va rivolta alla valorizzazione di un sistema viario capace di agevolare la piccola impresa e di perfezionare una forma di turismo che sappia integrare ambiente, ruralità, prodotti tipici, sport, beni storici, promuovendo l’identità culturale e il miglioramento della qualità della vita ed aprendosi all’accoglienza.

Cari amici, e concludo, ho esposto a tutti voi quali devono essere, secondo me, i presupposti e le linee-guida che la Pubblica Amministrazione deve fare propri nella programmazione della viabilità. Per cui, vi chiedo, se anche voi condividete questo mio pensiero, e considerato il fatto che ancora non facciamo parte dello scenario pubblico-amministrativo, di fare propria la mia proposta, affinché tutti insieme possiamo costituire una voce unica e propositiva nei confronti dei nostri amministratori al fine di indirizzarli verso un nuovo processo economico basato sull’economia della conoscenza in grado di generare nuovi processi di sviluppo tramite anche il cofinanziamento tra pubblico e privato.

                                                        Vincenzo Giardina

Pubblità Elettorale