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La protesta dei lavoratori della formazione si sposta a Palermo

Redazione

La protesta dei lavoratori della formazione si sposta a Palermo

Dom, 06/03/2011 - 10:48

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Saranno 250 i lavoratori della formazione del capoluogo nisseno e di tutta la provincia che si recheranno il 7 marzo a Palermo per la manifestazione davanti Palazzo d’Orleans promossa da Cisl, Uil e Snals per protestare contro i ritardi nei pagamenti degli sipendi degli operatori e contro i tagli previsti dal governo.

Una delegazione di lavoratori nisseni del settore, accompagnati dai rappresentanti dei sindacati Cisl Giovanni Migliore, Uil Vincenzo Sapienza e Snals Grazia Falcone, hanno incontrato nei giorni scorsi il capo di gabinetto della Prefettura Domenico Fichera, nel corso di un sit-in in Prefettura. Esposti i problemi del settore e il dramma degli oltre 400 operatori della formazione della provincia nissena che vivono da anni in una situazione di precariato e che potrebbero vedersi oggi, in particolare i più giovani, negata la possibilità di maturare adeguati requisiti pensionistici.

Giudicati insufficienti i fondi stanziati dal governo regionale per far fronte all’emergenza (“non sono una vera soluzione – hanno detto i sindacalisti – e non basteranno neanche a coprire tutti gli arretrati: è ora di dire basta ai rimedi-tampone e trovare soluzioni vere poiché non si può tagliare tutto il settore della formazione in quanto la riforma Gelmini la prevede”).

La Prefettura, dal canto suo, ha garantito l’interessamento presso l’assessorato regionale, dando anche comunicazione al Ministero per sensibilizzare il governo sui problemi esposti dai lavoratori e dai sindacati.

I lavoratori chiedono al governo un accordo quadro che si articola su alcuni punti-cardine: il pagamento delle retribuzioni arretrate (da quattro a nove mensilità, a seconda dell’Ente); la sospensione del finanziamento agli Enti che non hanno rispettato le leggi sul lavoro e la contribuzione previdenziale e non sono in possesso del documento unico di regolarità contributiva (o che hanno continuato ad assumere illegittimamente dopo il 2008); l’adeguato rifinanziamento del fondo di garanzia per accompagnare quanti nei prossimi anni raggiungerano i requisiti per l’accesso alla pensione. (rlv)

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