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Dia e Carabinieri sequestrano beni per oltre 10 milioni di euro a reggente Cosa nostra ennese

Redazione

Dia e Carabinieri sequestrano beni per oltre 10 milioni di euro a reggente Cosa nostra ennese

Mar, 29/03/2011 - 07:38

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Sequestrati ad un imprenditore agricolo dell’ennese, Salvatore Seminara, beni per un ammontare di oltre 10 milioni di euro dal personale della Direzione Investigativa Antimafia di Caltanissetta che, congiuntamente a quello del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Enna, ha proceduto all’esecuzione del decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Enna, Sezione Misure di Prevenzione, ai sensi della normativa antimafia e a seguito di indagini patrimoniali svolte nei confronti dello stesso Seminara. L’uomo, 65enne nativo di Caltagirone (CT) e residente a Mirabella Imbaccari (CT), considerato reggente e leader indiscusso di Cosa Nostra operante nella provincia di Enna, è attualmente detenuto ai sensi dell’art.41 bis per una condanna a 10 anni per mafia.
Oggetto del provvedimento di sequestro sono 3 aziende agricole operanti nel settore delle coltivazioni agricole associate all’allevamento di animali (risultano già individuati quasi un migliaio di capi di bestiame), nonché beni mobili, immobili e conti bancari, tutti siti in Piazza Armerina (EN) e Mirabella Imbaccari (CT). I complessi accertamenti economico-patrimoniali condotti dalla D.I.A. e dall’Arma di Enna hanno evidenziato la netta sproporzione fra l’imponente patrimonio immobiliare individuato riconducibile a Salvatore Seminara e le disponibilità economico-finanziarie dello stesso del suo nucleo familiare. Pertanto l’intero quadro investigativo predisposto dalla DIA e dall’Arma ha consentito l’individuazione di consistenti elementi di prova utili a determinare l’origine illecita dello stesso patrimonio immobiliare.
Salvatore Seminara, conosciuto come “u zu Turi”, risulta indiziato non solo di appartenere saldamente a cosa nostra ennese ma di esserne il promotore, l’organizzatore ed il coordinatore al vertice della stessa organizzazione, grazie anche all’investitura conferitagli da Francesco “Ciccio” La Rocca, boss storico della Sicilia orientale e reggente della famiglia di Caltagirone, al quale era molto vicino sin dagli anni 2000.
La caratura criminale di Seminara emerge incontrovertibilmente nel contesto dalle attività investigative che hanno caratterizzato le operazioni “Green Line” e “Old One” nonché dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che lo colloca in Cosa nostra sin dai primi anni 90, collegato a Salvatore Tusa (oggi scomparso) e, in tempi più recenti, a Sebastiano Rampulla della famiglia mafiosa di Mistretta.
Soddisfazione è stata espressa dal capo della Procura nissena Sergio Lari.